In realtà, la Lazio lottava ancora per un posto in Coppa UEFA (l’attuale Europa League) e nonostante un avvio molto blando, dimostrò che quella partita voleva vincerla. Il 10 dell’Aston Villa ha cominciato la stagione alla grande. Ronaldo tornerà a giocare all’Olimpico per la prima volta solo nel dicembre del 2004, segnando anche nella vittoria per 3-0 contro la Roma nel girone di Champions League. Pur essendo un giocatore di alto livello il suo periodo in Italia verrà ricordato solo per questa partita. Per la prossima stagione (da settembre 2018) il progetto sarà riservato a tutti i bambini e bambine nate nel 2011, 2012 e 2013 che amano il gioco del calcio!. Credo che siamo entrati in campo troppo convinti di vincere. A un minuto dalla fine del primo tempo l’Inter era in vantaggio 2-1, ma un clamoroso errore del giovane terzino slovacco dell’Inter, Vratislav Gresko, rese possibile il gol del pareggio della Lazio, segnato ancora da Poborsky. Inter, Ronaldo: "Il 5 maggio del 2002 la mia più grande delusione" ... "Penso che Cuper abbia sbagliato la formazione, mettendo un giocatore di troppo a centrocampo. Neanche nelle decine di simulazioni della stessa stagione è però mai accaduto quello che è successo nella realtà. In secondo luogo, il labiale di Materazzi che, rivolto ai giocatori della Lazio dice loro “Vi ho fatto vincere lo scudetto“, riferendosi alla gara tra Perugia e Juventus due anni prima. Questa è l’ultima partita alla Lazio per Poborsky, arrivato a gennaio 2001 dal Benfica, a stagione in corso litiga con dirigenza e ambiente e decide di tornare a Praga per terminare a casa la carriera. Il 5 maggio 2002 è una data che molti appassionati di calcio ricordano bene. viene colto dalle telecamere quasi in lacrime, I migliori ritorni di Ballardini sulla panchina del Genoa, La sorprendente efficienza di Calabria e Saelemaekers, Gomez è ancora insostituibile per l’Atalanta, Quando Maradona ha provato a rifare Napoli a Siviglia, Cosa c’è di vero ne “La regina degli scacchi”, I migliori ingressi di Eriksen negli ultimi minuti, Un primo punto statistico sulla Serie A 2020/21. Il 5 maggio 2002 l’Inter doveva giocare l’ultima partita contro la Lazio, allo Stadio Olimpico di Roma. La reazione al gol è surreale: inizialmente arriva un boato dalla Nord, anche i raccattapalle festeggiano, ma dopo pochi secondi vengono subissati dai fischi del resto dello stadio. Mentre all’Olimpico ci si dispera, a Udine c’è l’invasione di campo di tifosi e giornalisti per circondare la squadra vincitrice. L’allenatore dell’Inter è in piedi dal primo minuto, alternando momenti di silenzio ad altri in cui rimprovera platealmente i suoi giocatori per un tiro pigro da fuori o per un lancio intercettato dalla difesa. Un 4-4-2 che vuole arrivare il prima possibile all’area di rigore avversaria, con la coppia Vieri-Ronaldo davanti, il rifinitore Recoba sulla fascia sinistra e l’ala pura Sérgio Conceição su quella destra. Credo che siamo entrati in campo troppo convinti di vincere. Anche l’autore del gol festeggia in modo rabbioso verso la curva, prima di girarsi per ricevere gli abbracci dei compagni. Quel giorno, infatti, va in scena uno dei ribaltoni più clamorosi mai visti in Serie A. Il 5 maggio, sul piano sportivo, sarà sempre ricordato come l’anno della sconfitta nell’ultima partita di campionato per l’Inter che, battuta a Roma dalla Lazio, consegnò lo scudetto alla Juventus. Prima segnò Christian Vieri per l’Inter, poi pareggiò il ceco Karel Poborsky, alla sua ultima partita con la maglia della Lazio, ma Luigi Di Biagio riportò in vantaggio l’Inter. Perché anche i giallorossi sono in ballo per la vittoria finale in quest’ultima giornata. Due giocatori a modo loro fondamentali nel gioco di Pioli. 15/12/2020 Inter-Napoli, la guida alla sfida | Le news. Sul versante continentale l'Inter eliminò i campioni uscenti del Porto negli ottavi, venendo poi battuta dagli stessi concittadini: dopo il 2-0 dell'andata, nel retour match la formazione di Ancelotti conquistò la vittoria a tavolino per le intemperanze dei sostenitori nerazzurri, sfociate nel ferimento del portiere rossonero Dida tramite il lancio di un petardo. In realtà in caso di vittoria e contemporanea sconfitta o pareggio del Bologna, i biancocelesti accederebbero direttamente alla Coppa UEFA come sesta, invece di giocarsi l’accesso con quel torneo infernale che è l’Intertoto, che vorrebbe dire anche rivedere i programmi per le vacanze. Sono felicissimo, avevamo ancora la speranza di diventare Campioni d’Italia ma non era facile crederci, all’Inter bastava vincere per diventare irraggiungibile, devo ammettere che non mi aspettavo questo finale». Nella fase difensiva, invece, l’Inter dimostra determinazione, ma poca lucidità. Per capire di che tipo di situazione stiamo parlando, ancora a 6 anni dalle inchieste di Calciopoli, queste sembrano parole uscite da un racconto distopico, ma sono realmente quelle pronunciate da Luciano Moggi, all’epoca ancora dirigente della Juventus, a fine partita: «Chi alimenta sospetti lo fa per creare dei profitti. Pensavo alla gente che mi avrebbe dato del venduto, pensavo pure ai miei ex compagni della Juventus che in quel momento avrei penalizzato». Ronaldo, ovviamente. Materazzi rincara la dose: «Penso che almeno la palla al centro l’abbia battuta la Juventus oggi. In primavera, però, la Juventus accelera, dopo essere uscita dalla Champions League: ad aprile vince tutte e 4 le partite di campionato disputate, superando in classifica la Roma e recuperando 4 punti sull’Inter, che nel frattempo era uscita dalla Coppa UEFA in semifinale col Feyenoord e in campionato aveva perso contro l’Atalanta e pareggiato contro il Chievo. L’Inter pur dovendo vincere non mette in mostra una superiorità schiacciante, ma va detto che a quel tempo in Serie A le migliori squadre usavano il possesso più come un’arma per ordinarsi nella metà campo avversaria che non come forma di controllo del gioco. Il 5 maggio 2002 è una data che molti appassionati di calcio ricordano bene. Una rimonta che, nonostante tutto, lascia ancora all’Inter il destino nelle proprie mani. Le due tifoserie, inoltre, erano gemellate, e una parte dei tifosi laziali considerava anche che, in caso di sconfitta dell’Inter, ci sarebbe stata la remota possibilità di una vittoria della terza classificata e rivale storica, la Roma. La Juventus vinse così lo scudetto e l’Inter venne paradossalmente scavalcata anche dalla Roma che, vincendo a Torino, arrivò seconda. La Juventus chiude la partita già al minuto 11, con Alessandro Del Piero che conclude un’azione iniziata da un calcio d’angolo dell’Udinese, che si fa trovare impreparata e permette agli avversari in tre passaggi di arrivare in area di rigore. Vieri in sua assenza fa la sua parte: dopo aver saltato anche lui l’inizio di stagione, torna a novembre e segna 19 gol in 22 partite di Serie A giocate consecutivamente sempre da titolare, mentre i suoi compagni d’attacco variano da Recoba, a Ventola, a Kallon. Una gestione del pallone invidiabile per una squadra con minore talento dell’avversario e pur in svantaggio. La seconda divisa era invece composta da una maglia bianca con fascia orizzontale azzurronera, pantaloncini e calzettoni interamente bianchi. In ballo c’è un gemellaggio tra le due tifoserie, ma anche il fatto che una vittoria dell’Inter scongiurerebbe l’infausta opzione di uno nuovo scudetto della Roma. Non è una sorpresa quindi se la partita contro la Lazio viene vista come di fatto la prima finale della coppia nata nell’estate del ’99. Ma il 5 maggio è anche il titolo di una poesia famosa, ecco la parodia calcistica. In questo momento viene scattata una delle foto più famose nella storia della Serie A. Al fischio finale tutti scappano negli spogliatoi, c’è chi si affretta a lasciare l’Olimpico come Poborsky che lascia per sempre l’Italia la notte stessa. La Lazio non è quindi proprio già in ferie come si è detto spesso, ma anzi la contemporaneità delle partite sarà una spinta fondamentale, perché se il Bologna (sesto a 52 punti, con due lunghezze di vantaggio rispetto ai biancocelesti) chiude il primo tempo in pareggio, nel secondo finirà per subire 3 gol dal Brescia. Ogni vittoria è bella, ma questa lo è di più. Neanche nelle decine di simulazioni della stessa stagione è però mai accaduto quello che è successo nella realtà. La reazione al gol è surreale: inizialmente arriva un boato dalla Nord, anche i raccattapalle festeggiano, ma dopo pochi secondi vengono subissati dai fischi del resto dello stadio. Tre gol in 20 minuti di gioco sono praticamente impossibili, soprattutto per una squadra già mentalmente fuori dalla partita. Semplice, il 5 maggio 2002. Perché se tra le cose belle del calcio c’è che ogni stagione dà la possibilità di riscrivere la propria storia, per alcuni personaggi tragici di questa partita non ci sarà possibilità di farlo. Sporadicamente è anche stata utilizzata la casacca bianca rossocrociata, creata per la stagione precedente. Si è svolto Sabato 5 Maggio alle ore 11.00 presso il nostro centro sportivo, uno dei primi appuntamenti dimostrativo-promozionali in vista della nuova stagione sportiva. Apparentemente la Lazio non ha nulla da giocarsi, si sa anche che il nuovo allenatore sarà uno dei protagonisti dello scudetto di due stagioni prima, Roberto Mancini, esonerato a stagione in corso dalla Fiorentina. Una delle più grandi delusioni della mia vita». Gli infortuni hanno portato Zaccheroni a poter contare solo con Simone Inzaghi come attaccante a disposizione, non considerando il giovane Felice Evacuo in panchina. Notizie correlate. Pagamento Sicuro con Paypal o carta di credito. Roma, 5 maggio 2010. Mentre all’Olimpico ci si dispera, a Udine c’è l’invasione di campo di tifosi e giornalisti per circondare la squadra vincitrice. Anche quando Ronaldo e Vieri riescono ad imbastire le prime triangolazione sulla trequarti, la Lazio riesce a gestire i due, grazie ad un Giannichedda particolarmente ispirato in fase difensiva. Quando gli chiedono del perché non abbia sostituito Gresko a fine primo tempo, in un momento di evidente difficoltà mentale, l’allenatore fa capire con una punta di amarezza che dopo è sempre facile parlare: «Adesso si possono dire tante cose, quel che è certo è che sono scesi in campo gli uomini migliori. Ricordando il più grande genio del calcio mondiale. Un primo sguardo alle avversarie delle italiane. Sono passati dieci anni dallo storico Triplete dell’Inter. Nell’intervallo ho detto alla squadra di stare tranquilla, il pareggio della Lazio allo scadere è stato un brutto colpo però la partita non era difficile, stavamo facendo bene in difesa. Ronaldo tornerà a giocare all’Olimpico per la prima volta solo nel dicembre del 2004, segnando anche nella vittoria per 3-0 contro la Roma nel girone di Champions League. Era lontanissimo per ideologia politica da quei tifosi che ci chiedevano di perdere, e altrettanto distante dalla maniera italiana di vivere le partite». Con l’Inter nuovamente in vantaggio il copione riprende più o meno uguale: la squadra di Cuper più verticale e quella di Zaccheroni che prova ad imbastire con calma la sua manovra approfittando di una scarsa pressione sul portatore di palla (altri tempi), mancando però sempre del passaggio decisivo, nonostante i movimenti continui di Fiore e la partita praticamente perfetta di Stankovic a centrocampo. Di certo mi dà molto fastidio quando si ricordano gli errori di Gresko, perché quella partita fu persa dai giocatori chiave, quelli che devono trascinare gli altri». Poco dopo viene inquadrato con la testa sorretta solo dalla mano sinistra, forse inconsapevolmente a coprirsi gli occhi che fissano terra. Non certo l’immagine idealizzata delle difese della Serie A di inizio secolo. A Milano intanto vengono cancellati in fretta i preparativi per la festa scudetto, la piazza del Duomo si è praticamente svuotata dai tifosi delusi e i giocatori e dirigenti tornati da Roma si sfogano ai microfoni dicendo cose che riportano al centro la dialettica del sospetto che aveva accompagnato tutta la rivalità tra le due squadre nell’ultimo lustro, come le dichiarazioni di Moratti nei confronti della Lazio che, : «Ha giocato con tanto impegno, come in una finale di Coppa. Questo articolo non è più commentabile. Questa sterilità offensiva produce solo tiri da fuori, ma sono sufficienti: dopo quattro minuti dal pareggio, dal terzo calcio d’angolo arriva il nuovo vantaggio che raddrizza partita e classifica. I nerazzurri allenati da Hector Cuper, quel giorno, hanno lo scudetto in mano e fanno visita ad una Lazio quasi dimessa e contestata per giunta dal suo stesso pubblico. Il 5 maggio 2002 sarà un marchio indelebile per Cúper e per Gresko, ma anche per il più forte di tutti. Racconta il compagno di squadra. La Lazio è una squadra ancora scottata dalla stagione precedente, che ha perso tra gli altri le stelle Nedved e Verón e i cui sostituti Mendieta e Fiore non hanno reso secondo le aspettative. Lazio-Inter: Simone Inzaghi e il 5 maggio 2002, quel 4-2 che segnò la storia nerazzurra La squadra di Spalletti si gioca l'accesso alla Champions League 2018-2019 con i biancocelesti all'Olimpico all'ultima giornata: una gara decisiva come quella del 5 maggio 2002 che si trasformò in una delusione sportiva storica per l'Inter, sconfitta e sorpassata da Juventus e Roma. Al momento della battuta si sente il tabellone dell’Olimpico indicare il gol del 2-0 della Juventus, ma non c’è reazione perché un secondo dopo arriva il regalo per un’Inter che non aveva creato un’azione da gol pulita fino ad allora. Dirà qualche anno dopo: «Ci ho pensato tante volte. Per vincerlo devono battere il Torino in trasferta e sperare che Inter e Juventus a loro volta non vincano, una situazione difficile, ma non impossibile. Il possesso si impantana sulla trequarti dove la Lazio riesce a recuperare e ripartire, dando l’idea di poter essere pericolosa nonostante sia l’Inter a dover fare la partita. Se l’Inter è messa in campo per vincere, la Lazio non è nella sua versione più offensiva. Cúper decide di non fare cambi tattici o di uomini per trasmettere tranquillità alla squadra. C’è ancora tempo per la scena che diventerà la copertina di questa sconfitta e che ancora oggi significa “5 maggio 2002”, quella del cambio di Ronaldo. Una rimonta che porta i bianconeri a -1 dalla capolista quando manca una sola giornata. : «Uno stadio tutto dalla nostra parte avrebbe dovuto darci una grinta maggiore. Zaccheroni invece è totalmente ignorato dalle telecamere. Racconta il compagno di squadra Fiore: «Lui sapeva di andar via. Curiosamente attaccato ad Inzaghi c’è anche Poborsky, che è arrivato quindi a centimetri dal segnare una tripletta che avrebbe raddoppiato il suo bottino con la Lazio nelle precedenti 45 presenze. Abbonati al Post per commentare le altre notizie. Ma tanto basta perché, in un Olimpico pieno come ormai non si vede più neanche nel Derby, l’Inter segna effettivamente come da programma entro il primo quarto d’ora. Mi piacerebbe rigiocarla, questa partita, farei certamente altre cose». Lippi dice di respirare un clima vomitevole. Quello che segna è Poborsky che arriva in corsa da fuori area e scarica su Toldo un collo destro imparabile. Addirittura il gol di Cassano a Torino fa scivolare l’Inter al terzo posto. Per capire di che tipo di situazione stiamo parlando, ancora a 6 anni dalle inchieste di Calciopoli, queste sembrano parole uscite da un racconto distopico, ma sono realmente quelle pronunciate da Luciano Moggi, all’epoca ancora dirigente della Juventus. Invece è un incubo. Queste le dichiarazioni dell’ex calciatore nerazzurro. Gli animi sono tranquilli e le telecamere inquadrano lo spettacolo della sciarpata nerazzurra della Curva Sud da dove sventola anche qualche bandiera tricolore. L’Inter del Triplete: le date da ricordare, la rosa 2009-2010 e la formazione standard disegnata da Mourinho. 15/12/2020 Conte: "Con il Napoli sfida impegnativa, misuriamo le nostre ambizioni" team Leggi. La Lazio segnò altre due reti con l’ex Diego Simeone (che, visibilmente provato, quasi chiese scusa ai suoi ex compagni) e Simone Inzaghi, il fratello del più famoso Filippo. Quando gli chiedono del perché non abbia sostituito Gresko a fine primo tempo, in un momento di evidente difficoltà mentale, l’allenatore fa capire con una punta di amarezza che dopo è sempre facile parlare: «Adesso si possono dire tante cose, quel che è certo è che sono scesi in campo gli uomini migliori. Alcuni giocatori dell’Inter ebbero una crisi di nervi e scoppiarono a piangere durante la partita, soprattutto il difensore Marco Materazzi (ancora in campo) e l’attaccante Ronaldo che era in panchina, appena sostituito da Cuper. Un raggiante Lippi dichiara l’inaspettata vittoria della Juventus come la sua più bella: «La vittoria di oggi è sicuramente quella che mi ha dato più soddisfazioni. Blog Calciomercato.com - 5 Maggio 2002 ha scritto un articolo dal titolo Inter-Napoli: a chi il tasto nero? Anche contro la Juventus, il “Papu” ha mostrato qualità uniche tra i bergamaschi. Ed è forse per questo che il 5 maggio la sua Inter è schierata per provare ad indirizzare da subito l’incontro a proprio favore. Le lacrime di Ronaldo fanno da … Ed è forse per questo che il 5 maggio la sua Inter è schierata per provare ad indirizzare da subito l’incontro a proprio favore. Nel frattempo, la Juventus vinse agevolmente a Udine contro l’Udinese per 2-0 grazie ai gol di Alessandro Del Piero e David Trezeguet. Quindici anni fa, il 5 maggio del 2002, l'Inter perse incredibilmente il campionato all'Olimpico di Roma e la Juve ne approfittò. Il calcio non regala niente». Il gol arriva per un errore di Peruzzi, che in uscita sul primo calcio d’angolo dell’incontro si perde il pallone che finisce sul sinistro di Vieri dopo un tocco di Di Biagio. Era lontanissimo per ideologia politica da quei tifosi che ci chiedevano di perdere, e altrettanto distante dalla maniera italiana di vivere le partite». Loro si aspettavano di sbloccare il risultato presto, ma 40 secondi, non so se i giocatori dell’Udinese abbiano preso alla lettere l’augurio di quelli della Juventus». L’Inter fu! Già, perché in testa, prima che il 5 Maggio diventi “Il 5 Maggio”, c’è l’Inter con 69 punti, un punto di vantaggio sulla Juventus e due sulla Roma. In quella settimana si parlava troppo dell’acquisto di Nesta, che sembrava fatto e che forse non avrebbe giocato. Proprio mentre il quarto uomo prende il tabellone per segnare i due minuti di recupero a fine primo tempo, arriva l’azione più famosa della partita, che cambierà tutto. Nonostante i richiami di Cúper per alzare il baricentro alla linea difensiva, la squadra finisce con attaccare con solo 4 uomini nella trequarti avversaria, mentre il centrocampista Di Biagio è a sostegno alle loro spalle e Cristiano Zanetti bloccato a proteggere la linea difensiva. Anche se la scena più curiosa è quella di Di Biagio che appena l’Inter recupera palla chiede calma ai compagni della difesa, per poi provare alla prima occasione utile qualche secondo dopo un tiro da 35 metri che finisce in curva per il disappunto di Cúper. Nel secondo tempo l’Inter entrò in campo molto tesa e contratta, e crollò dal punto di vista fisico e soprattutto mentale. : «In quel momento mi crollò il mondo addosso. : «Mi ricordo che intervenni, ma purtroppo si era ormai creato un clima sbagliato. La Roma terza in classifica che la Lazio si scansi. Da adolescente ho consumato quel CD: ho provato a rivincere lo scudetto con la Roma di Totti e Cassano, vincerlo con l’Inter del tridente Ronaldo, Vieri e Recoba, vincerlo con il Milan di Shevchenko e Rui Costa, o con il Parma di Nakata e Di Vaio, oppure fare meglio della fantastica stagione del Chievo neopromosso, far tornare grande il Bologna di Nervo e Signori o la mia preferita, provare a salvare una Fiorentina in piena crisi economica ma con a disposizione Chiesa e Adriano in attacco. Come detto tempo dopo. La Roma di Capello è la squadra meno battuta del campionato, ha perso solo due partite contro il Piacenza e l’Inter, ed è stata anche in vetta solitaria per cinque giornate a metà stagione, ma i 13 pareggi l’hanno portata a perdere il vantaggio nei confronti della Juventus e dell’Inter. Ma non corriamo troppo. È difficile trovare delle spiegazioni, il calcio è fatto così». Da fuori sembra però che questo canovaccio vada bene all’Inter, che nonostante i frequenti cambi di possesso anche non forzati (ripeto, altri tempi) riesce con il passare dei minuti a trovare maggiore fluidità in attacco, dando l’idea di poter prima o poi trovare anche l’imbucata giusta per il gol del 3-1, che chiuderebbe chiudere definitivamente il discorso scudetto. Il boato dello stadio è totale, anche perché il gol arriva sotto la curva Sud, quella occupata dai tifosi dell’Inter. Una rimonta che, nonostante tutto, lascia ancora all’Inter il destino nelle proprie mani. La formazione nerazzurra perse in modo clamoroso lo Scudetto all’ultima giornata contro la Lazio, una squadra la cui porta era difesa da Francesco Toldo .