SALVADORI M. Breve storia della Resistenza italiana. {{Citation | title=Storia della Resistenza italiana | author1=Battaglia, Roberto, 1913-1963 | year=1970 | publisher=G. Sua ultima testimonianza, questa “Lettera agli amici”, pubblicata nel database online curato dall'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento ... Atti del Consiglio Nazionale del 19-20 ottobre 2013, La Resistenza dei militari italiani nei Lager (IMI), Dai Fasci italiani di combattimento al regime fascista, L'alleanza con Hitler e la guerra mondiale, Italia: dalla guerra di aggressione alla guerra di liberazione. Wikipedia Citation. Durante il cosiddetto "dibattito delle cinque lettere", di fronte alle proposte azioniste di costituire un vero "governo del CLNAI" con poteri straordinari al nord, i comunisti, teoricamente in accordo, mantennero, nella pratica, la posizione togliattiana di unità nazionale e di sostegno al governo "unitario" di Roma, i socialisti si limitarono a espressioni teoriche massimaliste, mentre la Democrazia Cristiana respinse nettamente le proposte, favorendo l'instaurazione di una classica democrazia parlamentare.[245]. Gli eroi della Resistenza nel mondo cattolico romano. A giudizio delle stesse autorità alleate, la Resistenza italiana giocò un ruolo importante per l'esito della guerra in Italia e, a costo di grandi sacrifici umani, cooperò attivamente a indebolire le forze nazifasciste, a minarne il morale e a renderne precarie le retrovie, impegnando notevole parte delle unità militati o paramilitari del nemico[232]. «Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro...». Confinante con la Svizzera, la repubblica attirò anche l'attenzione dei comandi e dei servizi alleati guidati dall'americano Allen Dulles e dal britannico John McCaffery che ipotizzarono, in contemporanea con la ripresa dell'offensiva alleata sulla Linea Gotica in direzione di Rimini e del passo del Giogo, di rafforzare l'enclave attraverso il confine elvetico e anche con l'impiego dell'aeroporto di Domodossola[167]. An extensive and substantial history of the achievements of the Italian Resistance from September 1943 to the end of the War. Nella Resistenza vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana: l'Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al Comitato di Liberazione Nazionale, e che, a guerra finita,scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai princìpi della democrazia e dell'antifascismo. Lo storico Paolo Spriano ha illustrato tre caratteristiche fondamentali della Resistenza italiana presenti fin dal suo inizio e rimaste come elementi caratterizzanti per gran parte della sua storia. Diretto dall'indipendente Alfredo Pizzoni ("Longhi"), il comitato milanese si trasformò in CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) e per il resto della Resistenza guidò con efficacia la lotta partigiana nel cuore della Repubblica Sociale e dell'apparato militare tedesco[93]. Queste formazioni, ora ben armate, equipaggiate e teoricamente unificate, nonostante la forte persistenza tra i partigiani del settarismo partitico originario, erano molto più efficienti delle vecchie bande uscite quasi distrutte nel 1944[203]. La prima insurrezione cittadina ebbe luogo a Matera dal 21 settembre e terminò con successo prima dell'arrivo delle truppe alleate; il 27 settembre ebbero inizio le quattro giornate di Napoli, una ribellione confusa, spontanea e disorganizzata che infastidì i tedeschi senza tuttavia impedirne le rappresaglie sistematiche (che si prolungarono fino ai primi di ottobre durante l'insurrezione di Nola) e la ritirata strategica. A partire dal marzo 1944 il comando tedesco diede il via a un nuovo ciclo offensivo di rastrellamenti concentrato sull'Emilia, la Liguria e il Piemonte, regioni potenzialmente obiettivo delle forze alleate; in Emilia le truppe tedesche sgominarono rapidamente i gruppi partigiani, mentre in Piemonte i combattimenti si prolungarono con esito alterno e con perdite per entrambe le parti. Pasta de tomate /pomodoro /معجون الطماطم/ Tomatenmark/ tomato paste export. L'attacco alla repubblica dell'Ossola, la più importante delle zone libere partigiane, ebbe inizio il 9 ottobre e venne condotto da circa 13.000 uomini in grande maggioranza fascisti repubblicani, affiancati solo da un piccolo gruppo di tedeschi. La disciplina era basata soprattutto sulla coesione, sulle motivazioni e sull'autoconvincimento, mentre il soldo assegnato ai partigiani era molto limitato e uguale per tutti[29]. Facevano parte di questo gruppo comandanti militari come, Unico Guidoni, ex alunno del Virgilio, ucciso alle Fosse Ardeatine, Giuliano Vassalli e Massimo Severo Giannini, Patria Indipendente, Pubblicazione ANPI. Secondo alcune fonti i caduti per la Resistenza italiana (in combattimento o uccisi a seguito della cattura) sarebbero stati complessivamente circa 45 000[252]; altri 20 000 sarebbero rimasti mutilati o invalidi[253]; i soldati regolari morti nelle formazioni che combatterono accanto agli Alleati nella Campagna d'Italia furono invece circa 3.000[254]. Queste spaccature si riflessero poi anche nella divisione di quella che inizialmente era l'unica associazione di partigiani italiani: l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, dalla cui scissione nacquero la Federazione italiana volontari della libertà di area cattolica e badogliana, e la Federazione italiana delle associazioni partigiane, nella quale si collocarono gli esponenti del Partito d'Azione. Altri termini più raramente adottati per designare i combattenti furono quelli di "ribelle", "fuori legge" e anche "banditi", che era la denominazione usuale dei nazifascisti. I governi della Repubblica effettuarono una epurazione molto parziale soprattutto nella pubblica amministrazione e nelle strutture economiche capitalistiche, a causa di necessità politiche di pacificazione che ebbero il loro culmine nell'amnistia firmata dall'allora Ministro di Grazia e Giustizia Togliatti il 22 giugno 1946, seguita, il 7 febbraio 1948, da un decreto del sottosegretario alla presidenza Andreotti con cui si estinguevano i giudizi ancora in corso dopo l'amnistia. Purchase. Quantity Available: 1. Firenze, Vallecchi 1974, In 16° gr., bross., pp. Bibliografia di via Rasella e Fosse Ardeatine "Gli Internati Militari Italiani. Infine l'assenza, nel momento della costituzione, di un reale riconoscimento da parte alleata della Resistenza italiana e di conseguenza di una sua rappresentatività nelle strutture di comando alleate, a differenza di altri movimenti resistenziali europei. Anche in val Varaita e alla Benedicta i tedeschi ebbero rapidamente la meglio: i garibaldini della brigata Morbiducci e gli autonomi del capitano Oddino vennero sbaragliati e le colonne tedesche, che subirono perdite modeste[118], percorsero liberamente le vallate e rastrellarono il monte Tobbio, disgregando le deboli formazioni partigiane e compiendo numerose rappresaglie. Sottoposto a crudeli torture venne condannato a morte ma scampò miracolosamente alla fucilazione ricevendo nel 1952 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la Croce al Valore Militare. Ciò malgrado, il movimento di Resistenza si consolida e si estende, radicandosi gradualmente sul territorio, trovando consenso e sostegno in gran parte della popolazione, e così reggendo alla prova dei tanti arresti, delle torture, delle deportazioni nei lager, delle fucilazioni, delle rappresaglie sui civili. Della "resistenza militare" fece parte anche la rete di informatori organizzata nella capitale dal colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo (il Fronte Militare Clandestino della Resistenza, FCMR); strettamente legata alla Monarchia e conservatrice, la struttura operò anche in polemica con le altre formazioni resistenziali e ottenne qualche risultato, ma venne infine smantellata dai tedeschi e lo stesso Montezemolo fu catturato e ucciso alle Fosse Ardeatine[13]. Al 30 aprile 1944, alcune fonti hanno calcolato che le forze della Resistenza ammontassero ormai a 20 000-25 000 persone, considerando anche i GAP, i SAP e gli ausiliari, con una massa combattente in montagna di circa 12.600 uomini e donne, di cui 9.000 al nord e 3.600 al centro-sud. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.». La Resistenza in: Storia d'Italia, vol. Solo il comandante "Mauri" e circa 100 uomini ripiegarono in salvo sul monte Alpet. Di questi 100 000 combattenti attivi, circa 51 000 appartenevano alle unità comuniste delle Brigate Garibaldi[202]. Una stima generale pubblicata nel 1947, sulla base dei riconoscimenti effettuati dalla Commissione per il riconoscimento delle qualifiche partigiane, indicava un dato complessivo di 223.639 partigiani combattenti (di cui 35.000 donne) e di 122.518 collaboratori accreditati come patrioti. Storia della resistenza italiana : 8 settembre 1943-25 aprile 1945. A [+] SOLICITA UNA IMAGEN. Le decisioni politiche prese soprattutto dai dirigenti del Partito comunista a Roma ebbero decisiva influenza sulla crescita del movimento: Pietro Secchia, "Botte"o "Vineis", ex operaio biellese, comunista fin dalla fondazione del partito, imprigionato dal regime fascista dal 1931, liberato da Ventotene il 19 agosto 1943, venne incaricato, durante una riunione tenuta a Roma il 10 settembre 1943, di recarsi a Milano, per organizzare insieme con altri dirigenti del PCI inviati al nord, la guerra partigiana. Migliaia di ritratti delle donne e degli uomini dell'antifascismo, della Resistenza e della Guerra di Liberazione: la più importante rassegna di biografie di antifascisti esistente in rete. Fin da febbraio i capi della Resistenza al nord, il CLNAI e i vari CLN studiarono i piani dell'insurrezione generale, ritenuta indispensabile soprattutto dai comunisti e dagli azionisti per anticipare gli alleati e dimostrare la volontà democratica e antifascista del popolo italiano. I cadaveri di Mussolini, della Petacci e dei gerarchi fucilati vennero trasportati a Milano e esposti in piazzale Loreto, luogo di una precedente sanguinosa rappresaglia nazifascista, dove furono oggetto di oltraggi da parte della popolazione[230]. Alla metà di settembre i nuclei più forti di partigiani erano nell'Italia settentrionale, circa 1.000 uomini, di cui 500 in Piemonte, mentre nell'Italia centrale erano presenti circa 500 combattenti, di cui 300 raggruppati nei settori montuosi di Marche e Abruzzo[26]. Nata da scelte personali con un'ovvia ricaduta collettiva, è una guerra che contiene in sé una pluralità di espressioni: è innanzitutto lotta armata e politica, organizzata in maniera strutturata o nata dall'esigenza del momento; è opposizione civile, spesso disarmata, ma fondamentale nel suo affiancarsi alla Resistenza militare; è “passiva”, ma non per questo meno necessaria, come quella degli internati militari che rifiutano l'adesione alla RSI e al Reich; è “militare” anche perché combattuta pure dai militari, sia nella fase immediatamente successiva all'armistizio, sia nei periodi successivi, quando le forze armate vengono riorganizzate dal Regno del Sud e danno vita al Primo Raggruppamento Motorizzato, al Corpo Italiano di Liberazione e poi ai Gruppi di Combattimento. Anche i quadri dirigenti del movimento furono duramente colpiti dalla repressione nazifascista, che riuscì a smantellare numerose strutture di comandò nelle città; in Piemonte vennero catturati il colonnello Contini e Gino Barocco, capo di stato maggiore del comando regionale, e soprattutto venne arrestato e ucciso a Cuneo Duccio Galimberti. In effetti "bande" furono inizialmente denominate le formazioni combattenti e solo più tardi si parlò di "brigate" e "divisioni", mentre tentativi propagandistici di costituire "corpi d'armata partigiani" non ebbero seguito[66]. In Valle Maira i giellisti della 2ª divisione alpina sorpresero alcuni reparti della divisione "Monterosa"; a Cantalupo i garibaldini respinsero un'incursione nazista, mentre nel bosco del Cansiglio una colonna tedesca subì pesanti perdite. Quindi, mentre alcuni reparti della RSI abbandonavano il capoluogo piemontese per avviarsi nella Valtellina, il grosso dei fascisti torinesi della Brigata Nera Athos Capelli rimasti in armi decideva di continuare a combattere. La presenza del Vaticano e del Papa Pio XII, con le sue dichiarazioni per la riconciliazione e per la salvaguardia della vita umana, incoraggiò un atteggiamento di resistenza passiva da parte della cittadinanza, mentre l'apparato repressivo nazifascista poté controllare solo con metodi violenti la situazione, schiacciare i nuclei della resistenza militare del colonnello Montezemolo, ed eseguire spietate rappresaglie contro ostaggi e prigionieri in risposta a un atteggiamento comunque non collaborativo dei cittadini e alle sporadiche ma efficaci iniziative dei GAP contro soldati tedeschi, militi e importanti esponenti fascisti repubblicani. Sign in and save to read later. La liberazione dell'Ossola, difesa da forze scarse e in parte demoralizzate, fu rapida: il 26 agosto i garibaldini della brigata Redi attaccarono e occuparono Baceno e nei giorni seguenti una serie di presidi fascisti vennero abbandonati o si arresero, mentre ai primi di settembre le valli alte vennero completamente occupate dalle reparti di Arca e Filippo Frassati della Brigata garibaldina Piave. Le altre due "grandi repubbliche" partigiane vennero organizzate lentamente nell'estate e autunno 1944; in Carnia la giunta si stabilì ad Ampezzo il 26 settembre, mentre la difesa della zona libera, abitata da 78 000 persone, rimase divisa tra la Divisione garibaldina "Friuli-Natisone" e la Divisione Osoppo che non costituirono un comando unificato soprattutto a causa della decisione del Partito Comunista Italiano di trasferire sotto comando operativo jugoslavo le sue forze, provocando le vive proteste osovane[169]. Il capitano di vascello Berlinghaus e il capitano Mario Arillo della Decima MAS continuarono tuttavia la resistenza, decisi a eseguire le distruzioni previste; dopo nuovi scontri con i partigiani delle Divisioni Cichero e Mingo (comandati da "Miro" e "Boro") scesi in città la sera del 26 aprile anche gli ultimi reparti nazifascisti si arresero. Piani furono quindi approntati per salvare, con l'aiuto degli operai, le centrali elettriche e gli impianti industriali dalle distruzioni preparate dai tedeschi; a Genova divenne essenziale evitare la distruzione del porto, a Milano e Torino vennero preparati piani dettagliati per l'arrivo delle brigate partigiane di montagna sulle due città e impedire la fuga delle truppe nazifasciste[207]. Secondo un'indagine della Direzione generale di Pubblica sicurezza svolta alla fine del 1946, invece, le persone uccise perché "politicamente compromesse" con il regime fascista sarebbero state 8.197, a cui vanno aggiunte le 1.167 "prelevate e presumibilmente soppresse", per un totale di 9.364[272]. Storie di donne, 1940-1945, Roma, Bari, Laterza, 1995, p. 189), in quanto non sottoposte ai ... Il servizio italiano della British Broadcasting Corporation (BBC) prende avvio nel 1938 con la crisi di Monaco. Poche ore dopo la comunicazione radiofonica del maresciallo Badoglio e a battaglia già in corso, il 9 settembre 1943, alle 16:30, a Roma, in via Carlo Poma, sei esponenti politici dei partiti antifascisti, usciti dalla clandestinità a seguito del crollo del regime, si riunirono e costituirono il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), struttura politico-militare che avrebbe caratterizzato la Resistenza italiana contro l'occupazione tedesca e le forze collaborazioniste fasciste della Repubblica di Salò in tutto il periodo della guerra di liberazione[18].