Perché, signor giudice, ho accumulato tanta bile e tanto odio, io, contro tutta questa schifosa umanità, che veramente credo d’avere ormai in questi occhi la potenza di far crollare dalle fondamenta una intera città! 10 – La patente – 1911 Con la penna in mano, dritto sul busto, il giudice D’Andrea si metteva allora a pisolare, prima raccorciandosi, poi attrappandosi come un baco infratito che non possa più fare il bozzolo. L’unico piano possibile, in questo panorama, è cercare di trarre profitto dalla maschera. Solo così potrà ricominciare a guadagnarsi da vivere: da quando si è sparsa la diceria, infatti, ha perso il lavoro e nessuno vuole più sposare le sue figlie. Pirandello-Zentrum, Amazon (sostienici) Log in ... Luigi Pirandello, La patente ... per non commettere questa o quella bestialità".              E gli s’accostò e fece per posargli una mano su la spalla. Chiàrchiaro ha intentato causa ben sapendo di andare incontro a una sconfitta. Mi accorsi solo dopo parecchi chilometri di aver dimenticato a casa il portafoglio con la patente. Ma la voce non volle venir fuori; e allora egli, socchiudendo dietro le lenti i piccoli occhi plumbei, stese le mani e abbracciò il Chiàrchiaro a lungo, forte forte, a lungo. Istituto di Studi Pirandelliani Ha una moglie e quattro figli. La causa che fa venire a contatto il giudice D’Andrea e lo iettatore Rosario Chiarchiaro è quella che lo iettatore, o presunto iettatore, Rosario Chiarchiaro ha intentato contro due giovani rei di aver fatto gli scongiuri una volta che hanno avuto la ventura, o la sventura vedete voi come preferite chiamarla, di imbattersi nel signor Chiarchiaro. io dico la tassa della salute! Segnala altre cose da sapere su La patente di Pirandello nei commenti. Il mio più acerrimo nemico!              –    Nossignore, – negò recisamente il Chiarchiaro, col tono di chi non ammette scherzi – Lei deve crederci sul serio, e deve anche dimostrarlo istruendo il processo! Riassunto - Fondamenti di marketing 8037346 - UniRoma2 - StuDocu. L’altro “attore” della vicenda, lo iettatore appunto, altri non è che il signor Rosario Chiarchiaro. Oppure una commedia?              –    E poi? »» Elenchi di tutte le novelle Nessun diritto riservato, Audiolibri – In ordine di pubblicazione. Ma abbiate la bontà di spiegarmi perché non capisco niente. Nobel Prize 1934 (in english) Il protagonista della novella intitolata “La patente” di Luigi Pirandello, novella sempre tratta da quella fonte inesauribile o quasi di delizie letterarie che è la raccolta “Novelle per un anno” poi divenuta una commedia interpretata, tra gli altri, dal grandissimo Totò, anzi i protagonisti, perché ben due sono gli “attori” principali che animano codesta novella, sono un giudice ed uno iettatore. Vergognatevi!”. 06 – Sua Maestà – 1904              Era veramente iniquo quel processo là: iniquo perché includeva una spietata ingiustizia contro alla quale un pover uomo tentava disperatamente di ribellarsi senza alcuna probabilità di scampo. È il consueto tema della maschera, che in Pirandello ritorna tanto spesso, ma qui virato in chiave grottesca e comica. 01 – La rallegrata – 1911 Per questo il giudice decide di incontrare il querelante: l’obiettivo è convincerlo a ritirare la denuncia, prima di essere umiliato pubblicamente in tribunale. La patente è una commedia in un atto scritta da Luigi Pirandello nel 1917 con il titolo “A’ patenti”, destinata alla rappresentazione teatrale in lingua siciliana per l’attore Angelo Musco che la recitò per la prima volta il 23 marzo 1918 al Teatro Alfieri di Torino e successivamente il 19 febbraio 1919 al Teatro Argentina di Roma. – Lei, padrone mio, per esercitare codesta professione di giudice, anche così male come la esercita, mi dica un po’, non ha dovuto prender la laurea?              Il Chiarchiaro si chinò e tra i due indici così infrantati del giudice ne inserì uno suo, tozzo, peloso e non molto pulito. la mia fama di jettatore! Come si incontrano i due e cos’hanno in comune?              Il Chiàrchiaro s’era combinata una faccia da jettatore, ch’era una meraviglia a vedere. La patente di jettatore. Egli infatti vuole, una volta ottenuta “La patente” di iettatore, recarsi fuori dalle fabbriche, dalle case da giuoco e così via, e restar lì fino a che i proprietari o i gestori non escano e lo paghino per andarsene, riconoscendo così a loro volta, “il potere” di iettatore del signor Rosario Chiarchiaro; lo stesso potere che lui sogna di vedersi riconosciuto in termini legali. Luigi Pirandello La patente Con quale inflessione di voce e quale atteggiamento d’occhi e di mani, curvandosi, come chi regge rassegnatamente su le spalle un peso insoppor-tabile, il magro giudice D’Andrea soleva ripetere: «Ah, figlio caro!» a chiunque gli facesse qualche scherzosa osservazione per il suo strambo mo-do di vivere! Il signor Chiarchiaro, infatti, inizia, non senza una propria logica, per balzana che possa sembrare ad un uomo dotato di equilibrio e logica, a spiegare come egli, effettivamente, voglia, assolutamente, che il giudice D’Andrea dia corso alla causa da lui intentata ai danni dei due malcapitati giovani. Questo lo so. Lei, lei, sissignore.              Il giudice lo guardò, più imbalordito che mai:              – Capisco anche meno di prima. Nessuno però, moralmente, sapeva rigar più diritto di lui.              –    Che me ne faccio? Può darsi infatti che i vostri ricordi sulla questione siano un po’ annebbiati: era una novella? 08 – Sopra e sotto – 1914 Ahimè, è proprio vero che è molto più facile fare il male che il bene. Sezione Teatro – La patente – 1917/1919 che te ne fai? I protagonisti de La patente sono il giudice D’Andrea e Rosario Chiarchiaro, un impiegato del monte dei pegni che, a causa della sua nomina di iettatore, ha perso il lavoro.L’uomo, denigrato e isolato dalla società, ha poi denunciato due giovani che al suo passaggio avrebbero fatto il tipico gesto anti jella, quello delle corna in sua direzione, per allontanare la sfortuna.              –    La laurea, sì. Pensaci, Giacomino! Sono frasi ideali da essere inviate tramite Whatsapp o da essere condivise su Facebook.              –    Dite pure, dite pure, caro Chiarchiaro. – Ma vediamo di intenderci, caro Chiarchiaro. E vi dirò che ci credo! Qualche decennio fa è stata portata sullo schermo cinematografico, con il medesimo titolo, dal regista Luigi Zampa, con un grande Totò nei panni di Chiarchiaro. Il Chiàrchiaro s’era combinata una faccia da jettatore, ch’era una meraviglia a vedere. Una visione fortemente pessimistica, che contraddistinguerà tutta la produzione di Luigi Pirandello. PIRANDELLO FRASI CELEBRI. Letteratura italiana — Il brano “La Patente” di Luigi Pirandello è tratto dalla raccolta di novelle: “Novelle per un anno”, scritto nel 1922. questa novella racconta una storia che ha per protagonisti il giudice D’Andrea, e Rosario Chiàrchiaro. Il giudice D’Andrea non può credere all’esistenza della sfortuna né può tutelare in alcun modo gli interessi […] L'été de la naissance de Luigi Pirandello, la Sicile subit une terrible épidémie de choléra, comme vingt années plus tôt.C'est cette maladie qui emporte, en 1837, son grand-père paternel, Andrea, riche propriétaire qui laisse une grosse fortune et une famille nombreuse dont le dernier-né, Stefano, est le père de Luigi. Frasi auguri per la patente.              Il giudice D’Andrea si curvò, si prese la testa tra le mani, commosso, e ripeté:              –    Povero caro Chiàrchiaro mio, povero caro Chiàrchiaro mio, bel capitale! Oppure una commedia? D’altronde, all’interno di questo racconto si trovano tutti i temi principali della poetica di Luigi Pirandello: quello della maschera, quello del rapporto con gli altri, quello della superstizione, quello ancora del grottesco. E davanti a tutte queste argomentazioni, il giudice D’Andrea, dopo un attimo di stordimento, non può che acconsentire. Tra gli incartamenti presenti sulla sua scrivania c’è quello relativo al signor Chiàrchiaro, che accusa due uomini di diffamazione.              –    Voi?              Così sbilenco, con una spalla più alta dell’altra, andava per via di traverso, come i cani.              Se n’accorse bene quella volta il giudice D’Andrea, appena alzò gli occhi a guardare il Chiàrchiaro, che gli era entrato nella stanza, mentr’egli era intento a scrivere. Pirandello-Zentrum, © No copyright - L’uomo sporge denuncia presso la magistratura contro due giovani, che al suo passaggio avrebbero fatto il classico gesto delle “corna” per allontanare il malaugurio. Il giorno dell’incontro Rosario Chiarchiaro si presenta davanti al giudice D’Andrea tutto parato alla maniera del più tipico iettatore da operetta.              –    Questo sarà un po’ difficile, – sorrise mestamente il D’Andrea.              Con quale inflessione di voce e quale atteggiamento d’occhi e di mani, curvandosi, come chi regge rassegnatamente su le spalle un peso insopportabile, il magro giudice D’Andrea soleva ripetere: – Ah, figlio caro! Che storie son queste? 05 – L’imbecille – 1912 Lo dicevano tutti. Biographie Les années de formation. – Ma perché io voglio, signor giudice, un riconoscimento ufficiale della mia potenza, non capisce ancora? La scena si apre sul giudice D’Andrea, un magistrato non vecchio, sui quarant’anni, ma dall’aspetto bizzarro. Novella pubblicata nel 1911 e poi confluita nella celebre raccolta pirandelliana delle Novelle per un anno, La patente è testo assai emblematico sia per la poetica di Pirandello sia per alcune costanti editoriali dello scrittore siciliano.              –    Via? Sono tante le citazioni celebri dello scrittore siciliano, noi ne abbiamo scelte 5, quelle che riteniamo più rappresentative del suo modo di concepire la vita e la letteratura: Benissimo! Mi pagheranno per farmi andar via! Me lo domanda perché, le ripeto, lei è un mio nemico! Ma per fortuna ci credono gli altri, sa? Si può individuare anche una forte critica nei confronti dell’atteggiamento di D’Andrea, che ha fiducia nel sistema senza comprendere che il sistema è parte (e causa) della stessa ingiustizia. – Non facciamo scherzi, caro Chiàrchiaro!              E ansimando, protese il braccio, batté forte sul pavimento la canna d’India e rimase un pezzo impostato in quell’atteggiamento grottescamente imperioso. I due personaggi, s’incontrano, poi s’incontreranno anche di persona ma non precorriamo i tempi, inizialmente a causa di una causa (scusate il bisticcio di termini!). Col bollo. Congratulazioni per la tua patente … 04 – L’Avemaria di Bobbio – 1912 Per avere un qualche lume dai colleghi – diceva – per discutere così in astratto il caso. 09 – Un «goj» – 1922 La patente di Pirandello è una delle novelle e commedie più famose dello scrittore siciliano. Liber Liber Save my name, email, and website in this browser for the next time I comment. Eccomi qua, – disse il Chiarchiaro, accostando la seggiola.              Come non dormiva lui, così sul suo tavolino nell’ufficio d’Istruzione non lasciava mai dormire nessun incartamento, anche a costo di ritardare di due o tre ore il desinare e di rinunziar la sera, prima di cena, alla solita passeggiata coi colleghi per il viale attorno alle mura del paese. Chiàrchiaro vuole infatti ottenere una vera e propria patente, un riconoscimento ufficiale della sua capacità di portare sfortuna. Nephelai Frasi di Pirandello Voglio che sia ufficialmente riconosciuta questa mia potenza spaventosa, che è ormai l’unico mio capitale!              Il D’Andrea sedette anche lui e disse:              –    Volete che vi dica che ci credo?              Questa puntualità, considerata da lui come dovere imprescindibile, gli accresceva terribilmente il supplizio.              –    Sissignore.              Perché, in verità, era un caso insolito e speciosissimo quello d’un jettatore che si querelava per diffamazione contro i primi due che gli erano caduti sotto gli occhi nell’atto di far gli scongiuri di rito al suo passaggio. Grande scaffale che prende quasi tutta la parete di fondo, pieno di scatole verdi a … La frusta letteraria              –    E non vi pare che ci sia contraddizione? Discover more posts about frasi-pirandello. Con Fazi Editore ha pubblicato, nel corso degli anni, due libri: You have entered an incorrect email address! Battute divertenti e frasi di auguri per la patente. Mi pagheranno per farmi andar via! La patente è una commedia in un atto scritta nel 1917 da Luigi Pirandello, con il titolo originale ‘A patenti.All’inizio, infatti, era destinata alla rappresentazione teatrale in siciliano per Angelo Musco: l’attore la recitò per la prima volta il 23 marzo del 1918, al Teatro Alfieri di Torino. 15 – «Requiem aeternam dona eis, Domine!» – 1913              – Sissignore. La patente, scritta nel 1911, è da tutti considerata una tra le novelle più meritatamente famose di Pirandello. Già l’una e l’altra, scusate, sono tra loro così. Dilatò le nari, digrignò i denti gialli e disse sottovoce:              –    Lei dunque non ci crede? E al giudice D’Andrea, quando si faceva giorno, pareva una cosa buffa e atroce nello stesso tempo, ch’egli dovesse recarsi al suo ufficio d’Istruzione ad amministrare – per quel tanto che a lui toccava – la giustizia ai piccoli poveri uomini feroci. Vergognatevi! La produzione artistica di Pirandello è molto vasta ed articolata. La patente - Novella di L.Pirandello pubblicata nel 1912 su "Roma. Lo vuole per poter poi servirsi di questa patente, “La patente” che da il titolo alla novella di Luigi Pirandello, allo scopo di ottenerne un guadagno. Analisi della novella “la patente” di Pirandello La novella "La patente", pubblicata nel 1915, come molte altre opere di Pirandello rappresenta il dramma dell'uomo costretto in un’immagine nella quale gli altri lo hanno calato. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati. di Riccardo Mainetti. 11 – Notte – 1911 Via, via, sedete, sedete qua. Analisi e interpretazione della novella "La patente" di Luigi Pirandello "E' naturale che il concetto della relatività di ogni cosa si sia talmente allargato in noi, da farci perdere l'estimativa" (Arte e coscienza d'oggi) La richiesta di Chiàrchiaro è dettata da una logica: così C’è la critica alla giustizia, che non riesce ad essere tale perché troppo ancorata al formalismo.              E il giudice D’Andrea infranto gl’indici delle mani per significare che le due vie gli parevano opposte. Lavoravo. di Luigi Pirandello Testo: Con quale inflessione di voce e quale atteggiamento d’occhi e di mani, curvandosi, come chi regge rassegnatamente su le spalle un peso insopportabile, il magro giudice D’Andrea soleva ripetere: «Ah, figlio caro!» a chiunque gli facesse qualche scherzosa osservazione per il suo strambo modo di vivere!              Il Chiàrchiaro protese di nuovo il braccio, batté la canna d’India sul pavimento e, portandosi l’altra mano al petto, ripetè con tragica solennità: Indice della Raccolta La rallegrata Lo sa bene il giudice D’Andrea, che anzi ha – come il lettore – un moto di repulsione davanti all’ingiustizia patita da questo uomo, etichettato ed emarginato dalla società per una stupida superstizione. Relazione La patente Pirandello. Centro Nazionale di Studi Pirandelliani Me lo metto come titolo nei biglietti da visita. Pochi anni dopo, nel 1917, Pirandello la riprese in mano e la adattò per il teatro: il titolo divenne ‘A patenti e la lingua il siciliano. Biblioteca dei Classici Italiani La frusta letteraria 07 – I tre pensieri della sbiobbina – 1905              Allo scatto del giudice non si scompose. Ecco le citazioni più significative attraverso cui Luigi Pirandello ce li presenta. Da un lato, la querela di Chiàrchiaro non ha ragion d’essere: tutti fanno gli scongiuri al suo passaggio e il processo non può che concludersi con una assoluzione. Di Prosa in Prosa              E pareva ch’egli, oltre che della sua povera, umile, comunissima storia familiare, avesse notizia certa di quei mostruosi intrecci di razze, donde al suo smunto sparuto viso di bianco eran potuti venire quei capelli crespi gremiti da negro; e fosse consapevole di quei misteriosi infiniti travagli di secoli, che su la vasta fronte protuberante gli avevano accumulato tutto quel groviglio di rughe e tolto quasi la vista ai piccoli occhi plumbei, e scontorto tutta la magra, misera personcina. Dall’altro, ritiene però ingiusto che Chiàrchiaro paghi da tempo per colpa di una.              –   Per il mio bene? Mi hanno fatto cacciar via dal banco dov’ero scritturale, con la scusa che, essendoci io, nessuno più veniva a far debiti e pegni; mi hanno buttato in mezzo a una strada, con la moglie paralitica da tre anni e due ragazze nubili, di cui nessuno vorrà più sapere, perché sono figlie mie; viviamo del soccorso che ci manda da Napoli un mio figliuolo, il quale ha famiglia anche lui, quattro bambini, e non può fare a lungo questo sacrifizio per noi. Perché, signor giudice, ho accumulato tanta bile e tanto odio, io, contro tutta questa schifosa umanità, che veramente credo d’avere ormai in questi occhi la potenza di far crollare dalle fondamenta una intera città! – Sissignore. Perché mostra di non credere alla mia potenza!              Orbene, proprio per non dare al paese lo spettacolo di quella «magnifica festa» alle spalle d’un povero disgraziato, il giudice D’Andrea prese alla fine la risoluzione di mandare un usciere in casa del Chiàrchiaro per invitarlo a venire all’ufficio d’Istruzione. Insomma, su questa storia c’è molto da dire: ripercorriamone insieme la trama e le caratteristiche principali. Cinque pilastri della poetica di Pirandello, Cinque cose della vita di Luigi Pirandello che forse non sapete, Note legali, termini di utilizzo, fotografie. I protagonisti principali de La patente sono il giudice D’Andrea e il signor Chiarchiaro. Per render più sicura l’assoluzione di quei giovanotti? In pratica, al suo passaggio quei due hanno fatto gli scongiuri, visto che Chiàrchiaro ha fama di jettatore. Ah, lei si figura di fare il mio bene, signor giudice, dicendo di non credere alla jettatura?